To Become a Sea
In una delle sue lettere a Fawwaz Traboulsi, pubblicata in Of Cities and Women, l’artista e poeta libanese Etel Adnan ha scritto che se non fosse stato per il mare, Beirut non sarebbe sopravvissuta alla devastazione.
“Ma c’è sale sulla terra, nelle nostre bocche, sui nostri vestiti, nelle nostre mani; qualcosa che resiste alla putrefazione”
In arabo, c’è un detto che dice: “Fai una buona azione e buttala nel mare”. Il mare qui è una metafora di ciò che ci lasciamo alle spalle per andare avanti. Parla della nostra capacità di lasciar andare e di trasformarci. Gettare in mare significa rilasciare ciò che ci ostacola, ciò di cui non abbiamo più bisogno, ciò che non è in flusso. È un invito ad essere come il mare: sempre in movimento, sempre in cambiamento, eppure perpetuamente armonioso.
Progetto commissionato da TBA21-Academy come parte del progetto The Current III: “Mediterraneans: ’Thus waves come in pairs’ (after Etel Adnan)”, a cura di Barbara Casavecchia