Cherimus partecipa, attraverso l’arte contemporanea, allo sviluppo del patrimonio sociale e culturale – passato e presente – del Sulcis Iglesiente (sud ovest Sardegna).
Come ogni “periferia”, il Sulcis, oggi, è diviso fra la conservazione della sua eredità (nuragica, pre-nuragica, pastorale, mineraria) e la spinta verso l’inserimento nella sfera globale. Tuttavia la transizione rischia di essere solo subita: la storia e l’identità territoriale rischiano di trasformarsi in aneddoto o semplice curiosità turistica, piuttosto che essere consapevolmente integrate dalle comunità locali per creare nuovi spazi culturali e di vita comune.
Cherimus si muove in questa direzione, considerando l’arte come riflessione e intervento alternativo sulle questioni economiche, politiche e culturali del Sulcis. Vogliamo sviluppare effettivamente, in modo accessibile alle persone coinvolte e a un pubblico più vasto possibile, una sensibilità e un approccio differenti alle questioni che tocchiamo, restituendo alla comunità uno sguardo diverso su se stessa.
Cherimus cerca inoltre di aprire il Sulcis a esperienze e idee provenienti da paesi lontani (Mediterraneo, Africa, Europa), attraverso progetti di cooperazione internazionale tesi a rivitalizzare e trasformare la sua specificità territoriale. L’intento è quello di stabilire un dialogo tra realtà geograficamente distanti o apparentemente incompatibili, che tuttavia spesso condividono lo stesso squilibrio fra ricchezza e marginalità culturale.
I nostri progetti cambiano di anno in anno nel tentativo di interpretare le tensioni e le energie presenti nel territorio, restando aperti al confronto con le persone che incontriamo lungo il percorso e agli artisti che invitiamo a collaborare.
Cherimus è stata fondata nel 2007 da tre amici: Marco Colombaioni, Matteo Rubbi e Emiliana Sabiu.
Cherimus è oggi formata da: Fiammetta Caime, Derek Maria Francesco Di Fabio, Andrea Rossi, Matteo Rubbi, Emiliana Sabiu, Carlo Spiga.
In sardo, Cherimus significa ‘vogliamo’, ‘desideriamo’.